di Corsa IL PUROSANGUE Anno 2014 - Numero 25 Settimanale di informazione ippica a cura di A.N.A.C. e S.G.A. RaimondoVisione Non ci voleva Keynes per capire che riducendo l’offerta il prezzo medio sarebbe cresciuto e con lui la percentuale dei venduti e il...
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di Corsa IL PUROSANGUE Anno 2014 - Numero 25 Settimanale di informazione ippica a cura di A.N.A.C. e S.G.A. RaimondoVisione Non ci voleva Keynes per capire che riducendo l’offerta il prezzo medio sarebbe cresciuto e con lui la percentuale dei venduti e il mediano. Il professor John Maynard Keynes ci servirebbe piuttosto per tracciare le nuove regole dell’economia ippica dopo un’asta che ha fissato dei punti abbastanza precisi. Il primo è che in Italia esiste ancora il galoppo, nonostante un ventennio di scelte scellerate, nella migliore delle ipotesi puntate solo alla massimizzazione del profitto – e degli egoismi - e alla distribuzione delle perdite. Venerdì a Settimo Milanese mancava solo il vecchio Dottor Arcari che, quando il cielo si oscurava minacciando pioggia, diceva: “Meglio così, perché la gente resta al coperto intorno al ring e compra i cavalli”. Per il resto sembrava di assistere a un’asta degli anni ’80, salvo il fatto che rispetto ad allora tutti eravamo con i capelli un
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