L'avvocato Briamonte ha spiegato davanti alla Corte che «esiste un atto nuovo datato 24 gennaio 2013, con cui la Corte europea dei diritti dell'uomo dichiara ricevibile il ricorso presentato da Franzo Grande Stevens sulla pretesa violazione» dell'articolo...
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L'avvocato Briamonte ha spiegato davanti alla Corte che «esiste un atto nuovo datato 24 gennaio 2013, con cui la Corte europea dei diritti dell'uomo dichiara ricevibile il ricorso presentato da Franzo Grande Stevens sulla pretesa violazione» dell'articolo che predispone il principio per cui non si può procedere due volte per lo stesso fatto. «Eccepiamo dunque l'illegittimità costituzionale del processo» ha dichiarato Briamonte.
Il processo ex Ifil-Exor non deve svolgersi perché gli imputati sono già stati giudicati dalla Consob e hanno già avuto una sanzione di tre milioni di euro e la Corte europea dei diritti dell'uomo stabilisce che un uomo non possa essere processato o condannato due volte per lo stesso fatto. È questa la richiesta della difesa di Franzo Grande Stevens, assistito dagli avvocati Cesare Zaccone e Michele Briamonte, a cui si sono associate le difese di Gianluigi Gabetti, rappresentato dagli avvocati Franco Coppi e Marco Ferrero, di Exor e della Accomandita Giovanni
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